Accedi
LESSICO DI DIRITTO DI FAMIGLIA®
NONNI

I

La categoria parentale degli ascendenti

I nonni non sono mai nominati con questo nome nei codici. L’art. 74 c.c. li colloca nell’ambito della parentela, categoria con cui indistintamente la legge si riferisce al vincolo che unisce le persone che discendono da uno stesso stipite. La filiera parentale in cui i nonni sono inseriti è quella della linea retta che lega i figli ai propri genitori e ai genitori dei genitori (appunto i nonni). Considerato dal punto di vista del nipote i nonni sono parenti di secondo grado. Infatti, come ricorda l’art. 76 c.c. “nella linea retta si computano altrettanti gradi quante sono le generazioni, escluso lo stipite”. Ciascuno dei nonni (paterni o materni) è, appunto, lo stipite.

Nonno paterno Nonna paterna Nonno materno Nonna materna

Papà Mamma

Figlio Figlia

Tra fratelli vi è un rapporto di parentela di secondo grado in linea collaterale (art. 76 c.c.: “nella linea collaterale i gradi si computano dalle generazioni, salendo da uno dei parenti fino allo stipite comune e da questo discendendo all’altro parente, sempre restando escluso lo stipite”).

I nonni sono quindi parenti di secondo grado in linea retta. Gli zii sono parenti di terzo grado in linea collaterale. I cugini sono parenti di quarto grado in linea collaterale.

Tra i nonni paterni e quelli materni non vi è alcun rapporto neanche di affinità. Infatti secondo l’art. 78 c.c. “l’affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro”, non quindi un vincolo tra i parenti dei due coniugi.

I nonni sono suoceri se visti dall’angolo visuale del coniuge del loro figlio. Ma solo nella parentela matrimoniale. La convivenza non induce alcun vincolo di affinità tra uno dei due conviventi e i parenti dell’altro. Ugualmente non vi è vincolo di affinità nell’unione civile, in quanto il comma 20 dell’art. 1 della legge 20 maggio 2016, n. 76 non richiama espressamente l’art. 78 c.c. e quindi, stante il principio di tassatività nel rinvio alle norme del codice civile, indicato nello stesso comma, tra un partner dell’unione civile e i genitori dell’altro partner non vi è rapporto di affinità.

La categoria giuridica specifica in cui i nonni sono collocati nell’ambito della parentela è quella degli ascendenti.

A questa categoria (nella quale sono accomunati genitori, nonni, bisnonni, trisavoli) fanno riferimento innanzitutto le norme sulla successione. L’art. 565 c.c. inserisce gli ascendenti tra i successibili anche se poi l’art. 569 c.c. li ammette alla successione solo nel caso, in verità infrequente, in cui chi muore non lascia figli, né genitori, né fratelli o sorelle, né altri discendenti. In tale raro concorrono tra loro gli ascendenti della linea paterna insieme a quelli della linea materna. Se però con i nonni vi sono i bisnonni l’eredità si devolve solo ai nonni (art. 569, cpv, c.c.). Questa collocazione confinata ai margini dei chiamati alla successione è in minima parte compensata anche da una collocazione dei nonni tra i legittimari (art. 536 c.c.). Nel caso, infatti, in cui chi muore non lascia figli ma ascendenti, a questi è riservato complessivamente un terzo del patrimonio che scende alla misura di un quarto se invece dei figli chi muore lascia, insieme agli gli ascendenti, il coniuge (art. 544 c.c.). Nonostante l’allungamento della vita media, a differenza degli ascendenti, maggiori chances di succedere hanno i discendenti. È sempre statisticamente più frequente che nella successione vi siano discendenti, anziché ascendenti.

Gianfranco Dosi
Lessico di diritto di famiglia